Lo scopo con cui facciamo ricerca nel cibo è fare in modo che ogni momento di convivialità sia un occasione per rendere il cibo un narratore che senza troppe presentazioni o decantazioni si presta ad essere mangiato o bevuto nel modo più semplice possibile, perché se un prodotto è buono non serve ne presentarlo ne parlarne, sarà lui a fare il suo ingresso nei nostri discorsi.

Non amiamo definizioni come artigianale, industriale, qualità o eccellenza, ma cerchiamo di riportare tutto su un piano più elementare, perciò diremo soltanto che un prodotto è buono o cattivo, che piace o non piace e basta; così chi l’ha fatto e come sia esso artigiano, industriale, chimico o biologico, fatto a mano o lavorato, pezzo unico o in serie, verrà smascherato per le qualità del suo prodotto senza bisogno dire chi o cosa è, ma essendolo e basta.

Quel che fai o sei ti definisce molto di più di ciò che dici di essere o fare. Questo è il progetto di Sugo: andare oltre l’abito, scavare nella polpa andando oltre la definizione e l’etichetta, perché tutti possono mettersi una abito elegante ma pochi sono davvero eleganti anche quando vestono una t-shirt e un paio di jeans. La personalità e il carattere non sono qualcosa che si può mettere o togliere come un papillon o un abito. Lo stile, la personalità sono qualcosa che si ha sempre, dal momento in cui si ha qualcosa da dire.

I prodotti che selezioniamo sono prodotti che consideriamo interessanti perché quando li abbiamo incontrati ci hanno detto molte cose, la loro storia era interessante e ancora di più quella dei loro produttori.

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