Ho conosciuto i Clivi in una uggiosa giornata di Novembre, era una delle mie prime gite in terra friulana assieme al mio oste di fiducia, il mitico Danilo dell’enoteca Berealto e ad altri amici amanti del vino. Come spesso accade quando si gira per cantine il tempo passa alla velocità della luce, soprattutto quando si trovano persone appassionate del loro lavoro, e diventanta facilissimo accumulare ritardo nella tabella di marcia. Dopo aver già visitato un produttore, arriviamo quindi ai Clivi con consistente ritardo, “trafelati” e con l’ansia di avere un’altra visita a seguire. A calmare le acque ci hanno pensato Ferdinando e Mario, con la loro elegante ospitalità. Accolti nella splendida terrazza che sovrasta la cantina e che permette una splendida visuale sulle vecchie vigne di tocai e su Rosazzo in lontananza, ci siamo abbandonati a Galea e Brazzan, vini fini ed eleganti, quasi nobili, di profondità (vigna vecchia) e di piacere assoluto. A suggellare il nostro incontro infine un inedito: annata 1996 mai uscita in commercio nè etichettata. Idrocarburi, mineralità, finezza, in bocca un vino lungo ed infinito.
A distanza di tempo quei vini non sono cambiati, vivono su acità e freschezza, su eleganza e voglia di essere bevibili e leggeri.